Lunedì 4 febbraio è partito da Bari il “treno della memoria”,viaggio riservato a 700 ragazzi della Regione Puglia e Friuli con destinazione Cracovia, e tra quei ragazzi c’ero anch' io.
Dopo i saluti da parte delle istituzioni locali e con l’intervento anche del presidente dell’associazione LIBERA, don Luigi Ciotti, intorno alle 11:30 il treno è partito verso la sua destinazione. Viaggio durato circa 30 ore, che ha dato la possibilita’ ai ragazzi di fare nuove amicizie e alcuni casi anche far nascere nuovi amori. Arrivati a Cracovia, martedì mattina abbiamo visitato un po’ la citta’, e il giorno successivo c’è stato il momento piu’ toccante è significativo: la visita ai campi di Auschwitz e Birkenau.
Auschwitz, raggelante la scritta all’ingresso del campo “ARBEIT MACHT FREI” che tradotto sta a significare “ IL LAVORO RENDE LIBERI”, lugubre l’atmosfera resa tale anche per la presenza di corvi che svolazzavano sul cielo del campo. Emozionante visitare il campo, anche se piccolo rispetto a Birkenau, ma non troppo se si considera tutte le persone che hanno perso la vita. La visita ai forni crematori,camere a gas, il muro della fucilazione e la visita alla galleria piena di foto dei deportati rendeva triste lo stato d’animo di tutti noi. Il momento più toccante è stato quando ognuno di noi ha dovuto scegliere una foto di una vittima e scriverla su una striscia di stoffa, difficile da parte mia scegliere quel nome perché mi sentivamo come dei giustiziere, e non mi sembrava giusto scegliere una persona anziché un ‘altra. Dopo di cio’ ci siamo spostati a Birkenau per visitare il piu’ grande dei campi. Emozionante trovarsi davanti al cancello dove passava il binario che trasportava i deportati. Una volta entrato ci siamo resi conto dell’immensita’ del campo, tanto chè neanche l’occhio umano riusciva a vedere dove esso terminasse. Qui la visita ai blocchi dove vivevano i prigionieri, davvero orripilante vedere le condizioni igieniche e disumane in cui i deportati erano costretti a vivere. Vedere le “baracche” dove dormivano, le “latrine”, cioè bagni di 20-30 persone contemporaneamente, le fosse comuni, il lago dove venivano disperse le ceneri dopo la cremazione, rendevano l’ambiente surreale e faceva riflettere con quanto impento tutto cio’ fosse accaduto. In questo campo il momento piu’ emozionante è stato quando c’è stata la commemorazione al mausoleo di Birkenau, durante la quale sono state lette testimonianze di deportati e la presenza di un superstite a quello sterminio, il quale preso dall’emozione è scoppiato in un pianto incessante. Dopo ognuno di noi ha letto il nome della foto scelta ad Aschwitz ed ha acceso un lumino davanti al monumento in sua memoria. Non mi era mai successo di vivere tante emozioni in un solo giorno, vedere quei posti i quali avevo sentito parlare solo nei libri mi ha fatto capire tante cose, soprattutto che quanto accaduto ad opera dei nazisti tedeschi non è altro che frutto della pazzia umana, perché di fronte a tanto scempio non ci sono altre parole con il quale definire tali atti. Questa esperienza è stata formativa perchè impegna a dare testimonianza a quanto visto, facendo si’ che tali genocidi non avvengano piu’, perché se tutto ciò è successo circa 60 anni fa, vuol dire che prima o dopo potrebbe ripresentarsi. Sabato 9 febbraio sono sceso dal “treno della memoria”, ma subito dopo sono salito su un altro treno, il più importante, quello che mi porterà a contribuire con la mia testimonianza sensibilizzando coloro che non hanno avuto la possibilità di visitare quei luoghi, affinché non accadano più episodi simili. Arrivederci al “treno 2009”
Dopo i saluti da parte delle istituzioni locali e con l’intervento anche del presidente dell’associazione LIBERA, don Luigi Ciotti, intorno alle 11:30 il treno è partito verso la sua destinazione. Viaggio durato circa 30 ore, che ha dato la possibilita’ ai ragazzi di fare nuove amicizie e alcuni casi anche far nascere nuovi amori. Arrivati a Cracovia, martedì mattina abbiamo visitato un po’ la citta’, e il giorno successivo c’è stato il momento piu’ toccante è significativo: la visita ai campi di Auschwitz e Birkenau.
Auschwitz, raggelante la scritta all’ingresso del campo “ARBEIT MACHT FREI” che tradotto sta a significare “ IL LAVORO RENDE LIBERI”, lugubre l’atmosfera resa tale anche per la presenza di corvi che svolazzavano sul cielo del campo. Emozionante visitare il campo, anche se piccolo rispetto a Birkenau, ma non troppo se si considera tutte le persone che hanno perso la vita. La visita ai forni crematori,camere a gas, il muro della fucilazione e la visita alla galleria piena di foto dei deportati rendeva triste lo stato d’animo di tutti noi. Il momento più toccante è stato quando ognuno di noi ha dovuto scegliere una foto di una vittima e scriverla su una striscia di stoffa, difficile da parte mia scegliere quel nome perché mi sentivamo come dei giustiziere, e non mi sembrava giusto scegliere una persona anziché un ‘altra. Dopo di cio’ ci siamo spostati a Birkenau per visitare il piu’ grande dei campi. Emozionante trovarsi davanti al cancello dove passava il binario che trasportava i deportati. Una volta entrato ci siamo resi conto dell’immensita’ del campo, tanto chè neanche l’occhio umano riusciva a vedere dove esso terminasse. Qui la visita ai blocchi dove vivevano i prigionieri, davvero orripilante vedere le condizioni igieniche e disumane in cui i deportati erano costretti a vivere. Vedere le “baracche” dove dormivano, le “latrine”, cioè bagni di 20-30 persone contemporaneamente, le fosse comuni, il lago dove venivano disperse le ceneri dopo la cremazione, rendevano l’ambiente surreale e faceva riflettere con quanto impento tutto cio’ fosse accaduto. In questo campo il momento piu’ emozionante è stato quando c’è stata la commemorazione al mausoleo di Birkenau, durante la quale sono state lette testimonianze di deportati e la presenza di un superstite a quello sterminio, il quale preso dall’emozione è scoppiato in un pianto incessante. Dopo ognuno di noi ha letto il nome della foto scelta ad Aschwitz ed ha acceso un lumino davanti al monumento in sua memoria. Non mi era mai successo di vivere tante emozioni in un solo giorno, vedere quei posti i quali avevo sentito parlare solo nei libri mi ha fatto capire tante cose, soprattutto che quanto accaduto ad opera dei nazisti tedeschi non è altro che frutto della pazzia umana, perché di fronte a tanto scempio non ci sono altre parole con il quale definire tali atti. Questa esperienza è stata formativa perchè impegna a dare testimonianza a quanto visto, facendo si’ che tali genocidi non avvengano piu’, perché se tutto ciò è successo circa 60 anni fa, vuol dire che prima o dopo potrebbe ripresentarsi. Sabato 9 febbraio sono sceso dal “treno della memoria”, ma subito dopo sono salito su un altro treno, il più importante, quello che mi porterà a contribuire con la mia testimonianza sensibilizzando coloro che non hanno avuto la possibilità di visitare quei luoghi, affinché non accadano più episodi simili. Arrivederci al “treno 2009”
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